Tristezza o depressione?

Tristezza o depressione?

La depressione è un disturbo che riguarda persone d’ogni età, tuttavia pare aumentata, anche in concomitanza con la pandemia, soprattutto nei giovani.

Definiamo il concetto di depressione affinchè i lettori possano riconoscersi o meno in questo disturbo per non confonderlo con episodi di tristezza, che possono accadere a chiunque, perché magari coinvolti in momenti di vita dolorosi come un lutto, una separazione, la perdita del lavoro, ecc.

La tristezza è un’emozione di base che ha importanti  funzioni psichiche e rappresenta un’ occasione per spostare l’attenzione dal mondo esterno al mondo interno.

I fatti spiacevoli che ci accadono, se determinano tristezza, ci comunicano quanto essi siano importanti. Possiamo per esempio dare per scontato una relazione e sentirci tristi nel momento della fine della stessa. In questo caso la tristezza va colta come un’occasione per imparare quanto siano importanti per noi le relazioni.

La tristezza va quindi “accolta e vissuta” come un momento di riflessione e di attenzione su quelli che sono i nostri valori.

Non la devo censurare e neanche anestetizzare, entro in contatto con lei e un buon consiglio è quello di scrivere il proprio vissuto doloroso, perchè scrivere consente di mettere ordine ai propri pensieri e di dargli un senso e se un senso non ce l’ha, pazienza! Ci siamo dedicati comunque del tempo.

Entrare in contatto con la tristezza e con il motivo che l’ha provocata è propedeutico per il passo successivo, quello finalizzato ad alleviare la tristezza (solo dopo averla sentita).

Le soluzioni sono tante e ciascuno di noi sceglierà quella che più gli piace senza sottovalutare le cose più semplici: passeggiare, frequentare un amico, dedicare tempo al proprio animale, alla lettura di un libro o di una pratica sportiva.

Mentre la tristezza è passeggera, la depressione è un disturbo dell’umore duraturo e pervasivo che spesso ci determina senso di angoscia, apatia, perdita di interesse difficoltà cognitive, calo del desiderio sessuale, alterazioni dell’appetito, disturbi del sonno, senso di inadeguatezza e colpa fino ad arrivare a idee suicidarie.

Fondamentale è chiedere aiuto.

La terapia cognitivo comportamentale ha un riscontro di efficacia elevato e non va sottovalutato, se necessaria la consultazione di un medico per l’aiuto farmacologico.

Da un punto di vista cognitivo il terapeuta interviene per correggere i pensieri disfunzionali, responsabili di una visione negativa, per avere una visione più aderente alla realtà.

L’umore depresso richiede delle tecniche di autocontrollo finalizzate a contenere e gestire le emozioni spiacevoli, mentre a livello comportamentale sono utili le attività programmate e prescritte per apprendere nuovi modi di agire più costruttivi e funzionali.

Le caratteristiche personali sono importanti per l’efficacia del trattamento e sono relative alla capacità di instaurare relazioni significative, al grado di motivazione e di ottimismo rispetto alla disponibilità a cambiare la propria situazione.

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